giovedì 5 giugno 2014

Scintillatore, Citofluorimetro, Immunofluorescenza

Cap. II

<< La Tempie confermò di essere cresciuta in un quartiere piccoloborghese di Belfast e di aver frequentato la Queen's University, laureandosi in antropologia sociale." Disse che il modo migliore per rendere conto del suo campo d'interesse sarebbe stato illustrare un progetto di cui si era occupata di recente, uno studio approfondito della durata di quattro mesi, condotto a Glasgow presso un laboratorio di genetica nel quale si lavorava all'isolamento e alla descrizione di un gene del leone, il Trim5, e della sua funzione.
Scopo del progetto era dimostrare che quel gene, come ogni altro del resto, era inequivocabilmente un prodotto socioculturale. Senza i molti strumenti «implementativi» di cui gli scienziati potevano avvalersi lo scintillatore a singolo fotone, il citofluorimetro a flusso, l'immunofluorescenza e cosi via non sarebbe stato nemmeno possibile affermare che il gene esistesse. Tali strumenti, costosi da acquistare e di utilizzo decisamente complesso, risultavano perciò carichi di significati socioculturali. Il gene non era un'entità oggettiva in attesa di essere scoperta dagli scienziati, bensì il frutto delle loro ipotesi, della loro creatività e delle loro tecnologie, senza le quali non sarebbe mai stato individuato. >>



Wiki: Flow cytometry (inglese) (citofluorimetro)



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